Metastasi del fegato, premiato a Berlino l’abstract del dott. D’Angelo
Nuovo riconoscimento per un altro giovane ricercatore dell’Istituto di Ricerca Pediatrica Città della Speranza. Al Congresso internazionale “In Vivo Inspired Cancer Biology and Therapy“, promosso dall’Associazione Europea per la Ricerca sul Cancro (EACR), che ha riunito a Berlino i massimi esperti di colture cellulari tridimensionali, il dott. Edoardo D’Angelo del Nanoinspired Biomedicine Lab si è distinto per aver presentato il miglior abstract.
“Il mio lavoro si concentra sulla metastasi epatica, che è la principale causa di morte nei pazienti con cancro del colon-retto. Uno studio iniziato un anno fa a Londra, dove mi trovavo per aver vinto un premio messo a disposizione dalla Fondazione Berlucchi – racconta il ricercatore padovano –. L’obiettivo è quello di creare un modello colturale tridimensionale, utilizzando la biopsia effettuata sul paziente al momento dell’intervento chirurgico per la rimozione delle metastasi. La biopsia viene elaborata per produrre un ambiente complesso in cui vengono iniettate delle cellule tumorali. Ciò permette di conoscere, per ogni paziente, il meccanismo di diffusione di queste ultime, la loro aggressività e la risposta ai diversi farmaci chemioterapici. Per esempio, stiamo dimostrando come, con questa metodica, il cambiamento tipico dell’espressione genica dia una risposta diversa al 5 fluorouracile, il farmaco maggiormente in uso”.
“Si tratta di un’osservazione in vitro che ha il vantaggio di far sì che le cellule si ritrovino in un contesto derivante sempre più dal paziente e sempre meno da un ambiente artificiale – aggiunge –. Se generalmente, infatti, quello che si osserva è limitato dal fatto che le cellule crescono in un ambiente che non è realmente quello in cui si sviluppa la metastasi o il tumore, ora noi vogliamo creare, per gradi, le strutture tipiche di un fegato neoplastico”.
Tra i passi successivi vi sarà anche il ricorso alla stampa 3D per svincolarsi dalla necessità di ricorrere al materiale biologico del paziente. “Sarà possibile solo al termine di un’analisi completa, cioè quando avremo ben chiara l’idea di che cosa vi è all’interno della metastasi”, premette Edoardo, soddisfatto per questo riconoscimento che, di fatto, premia il lavoro di tutto il laboratorio e conferma la bontà dello studio. “Adesso, però, la vera sfida è quella di arrivare a un prodotto finale e, quindi, portare la cosiddetta medicina traslazionale al letto del paziente”.
Grande soddisfazione la esprime anche il dott. Marco Agostini, principal investigator del Nanoinspired Biomedicine Lab: “Il mio gruppo sta crescendo ogni giorno e acquisendo competenze sempre più specifiche. Come coordinatore, tengo a far emergere le migliori qualità dei miei collaboratori che, in virtù della loro giovane età, portano le migliori idee e innovazioni. C’è davvero un ottimo mix tra esperienza e sprovveduta (ma logica) esplorazione di questo campo della ricerca”.